#iohovotato: storia di un hashtag

Domenica mattina, verso le 8, da una conversazione su friendfeed con Dario e Roberta Milano nasce la voglia “organizzare” il flusso di tweet che iniziava a circolare sul referendum e sulla partecipazione al voto. Rapido giro su twitter a controllare la situazione, ci accordiamo sull’hashtag #iohovotato e poi parto con questo tweet:

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Ritwittato da decine di persone nel giro di pochi secondi, l’hashtag comincia a circolare a un ritmo che nessuno di noi si aspettava. In meno di mezz’ora era già tra i trending topic.

Per un breve momento, intorno alle 11 del mattino, è stato tra i trending topic globali.

Durante la giornata è stato utilizzato anche da diverse personalità della politica, partiti e media, da Bersani a Pisapia a Nichi Vendola, dal PD all’Unità.

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Facebook e Twitter vietati per radio e TV francesi

In Francia un giornalista o un conduttore di programmi in TV non può invitare i propri telespettatori a seguire il canale o il programma su Twitter o Facebook perché questo costituisce, per la legge, pubblicità nascosta.


Secondo l’articolo 9 del decreto n°92-280 del 27 marzo 1992 e successive modifiche, “costituisce pubblicità nascosta la presentazione verbale o visuale di merci, servizi, del nome, della marca o di attività di un produttore di merci o di un prestatore di servizi quando questa presentazione è fatta a scopo pubblicitario“.

Secondo il legislatore, quindi, il conduttore di telegiornale che invita gli spettatori a seguire su twitter la testata per ulteriori aggiornamenti fa pubblicità nascosta a Twitter. Se Twitter (o Facebook) è oggetto di notizia allora il giornalista potrà nominarlo, altrimenti violerà la legge che regolamenta la pubblicità.

No, non è uno scherzo. Non è chiaro cosa abbia spinto il legislatore francese a imporre una regola così ridicola. Di certo il web francese non è stato a guardare e diverse voci critiche si sono levate per contestare la decisione del Conseil Supérieur de l’Audiovisuel.

Martedì Christine Kelly, membro del Conseil Supérieur de l’Audiovisuel, ha riconosciuto che «c’è dell’incomprensione. Il CSA incoraggia l’uso dei social network. Si vuole solo sottolineare che si dovrà dire “venite a trovarci sui social network” inceve di “venite a trovarci su Twitter o Facebook”. Non è il CSA che dice che è pubblicità clandestina, è la legge. E il nostro compito è ricordare la legge».

«Perché fare promozione regolare a un social network che fattura miliardi di dollari come Facebook non per un altro che fatica a farsi conoscere?» ha proseguito Christine Kelly, ex giornalista di LCI «Ci sono Myspace, Skyblog, Bebo… socialnetwork specialistici. Privlegiarne uno piuttosto che l’altro è distorsione della concorrenza».

Ma come il blogger francese Benoit Raphael ha sottolineato, Facebook and Twitter sono ormai “spazi pubblici” di comunicazione di portata globale. Ed è esattamente per questo che radio e TV li usano per comunicare con il proprio pubblico. Sanno dov’è il loro pubblico – su Facebook e su Twitter. Quindi, ha senso per programmi radio e TV promuovere la propria pagina Facebook o il proprio account Twitter per collegarsi e dialogare con il proprio pubblico.

Che la vera ragione alla base di quest’assurda interpretazione della legge sia il fatto che Facebook e Twitter sono americani? Mi pare un’ipotesi esagerata, anche se in effetti le spiegazioni ufficiali non convincono.

Ora la curiosità è vedere in che modo i programmi tv aggireranno il divieto, invitando il proprio pubblico a seguirli su Twitter e su Facebook ma rispettando la legge, quindi senza nominarli.

 

Gli strumenti web usati dai candidati sindaco. Il censimento.

In vista delle elezioni amministrative e del lavoro di social media reporting che avremmo fatto con 140 News Net ho realizzato un piccolo censimento degli strumenti web usati dai candidati sindaco nelle principali città italiane.

Con l’aiuto degli utenti della rete, che in molti casi hanno corretto e integrato le informazioni da me raccolte, tra fine aprile e inizio maggio ho realizzato un gdoc pubblico con l’elenco dei principali strumenti utilizzati dai candidati per comunicare su internet. La ricerca, per ora, si è limitata al censimento perché poi è venuto per me il momento di raccontare la campagna elettorale e poi il risultato delle elezioni.

Altri, poi, hanno analizzato i dati meglio di come avrei potuto fare io. Per esempio, l’Università di Urbino ha condotto una ricerca sulle performance degli schieramenti politici su facebook mentre l’osservatorio di Vox Politica ha pubblicato uno studio che compara il ruolo della rete nelle elezioni amministrative 2009 e 2011.

Mi tengo comunque in cima alla lista dei buoni propositi quello di rilavorare i dati che ho raccolto. Oltre, naturalmente, a monitorare periodicamente gli account, i profili e le fanpage dei candidati per vedere se e come saranno utilizzati anche oltre la campagna elettorale.

Poi dice le quote rosa

In meno di 24 ore due donne da anni impegnate in politica hanno impersonato i peggiori pregiudizi sulle donne che fanno politica.

La prima è Daniela Santanchè che ieri sera a Annozero non essendo in grado di contrastare Celentano con argomenti si è rivolta a lui adulandolo e seducendolo, evidentemente la cosa che ritiene di saper fare meglio.

Eccola, dal minuto 3.55.

Questa mattina, invece, è Alessandra Mussolini che si è prodotta in una delle sue note analisi politiche: perché De Magistris è stato eletto sindaco di Napoli? Semplice! Perché è un bell’uomo, sembra Antonio Banderas… (Ecco il video sulla fanpage di Agorà su facebook)

Turismo Emilia Romagna e il crowdsourcing

Sono ormai più di sei mesi che collaboro con l’azienda di promozione turistica dell’Emilia Romagna come parte dello staff di TurismoEmiliaRomagna.

Quando lavoravo al Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e vedevo dall’esterno il lavoro di TER avevo la sensazione che quello che facevano fosse meraviglioso ma è solo dall’interno che mi sono accorta di quanto è davvero grande il nostro lavoro.

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